Oplontis è vicina agli scavi di Pompei; il suo nome è la derivazione antica dell’attuale Torre Annunziata e i suoi scavi archeologici si trovano al centro della città. Le prime tracce della sua esistenza cominciano a diffondersi nel Medioevo, Oplontis è indicata come una zona suburbana di Pompei e luogo prediletto per il riposo.
Tra i ritrovamenti archeologici troviamo: Villa di Poppea; una villa rustica attribuita a L.Crassius Tertius dove sono stati scoperti corpi ancora integri, intenti nelle attività quotidiane, e monete in oro e argento; una struttura termale sotto le attuali "Terme Nunzianti".
L' unico sito visitabile è la Villa di Poppea.
VILLA DI POPPEA
Costruita intorno al I secolo a.C., definita dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, è una villa residenziale e fa parte del patrimonio imperiale; infatti, sia l’architettura che gli affreschi sono in stile reale e bene si sposano con le geometrie create da pareti e colonne. La parte occidentale è visitabile, ma deve ancora essere portata completamente alla luce, mentre la parte orientale è visitabile quasi per intero.
Al momento dell’eruzione era in fase di restauro e disabitata, forse danneggiata dai numerosi terremoti che caratterizzavano la zona a quei tempi. Sembra appartenesse a Poppea Sabina, seconda moglie dell’imperatore Nerone.
La bellezza di questa Villa, oltre alla sua eccezionale dimensione e complessità strutturale, è da attribuire alla presenza di meravigliosi affreschi parietali quasi perfettamente intatti, come la famosa Cassata di Oplontis, un dolce che adorna le pareti del triclinium che ricorda la cassata siciliana e che probabilmente era fatta di marzapane e frutta secca; il famoso cestino con i fichi, le colonne dorate, gli amorini, la raffigurazione delle stagioni e molto altro.
La bellezza di questa Villa, oltre alla sua eccezionale dimensione e complessità strutturale, è da attribuire alla presenza di meravigliosi affreschi parietali quasi perfettamente intatti, come la famosa Cassata di Oplontis, un dolce che adorna le pareti del triclinium che ricorda la cassata siciliana e che probabilmente era fatta di marzapane e frutta secca; il famoso cestino con i fichi, le colonne dorate, gli amorini, la raffigurazione delle stagioni e molto altro.
L’attribuzione della villa a Poppea è stata avanzata dal ritrovamento di un’anfora con scritto Secundo Poppæ "al Secondo, servo di Poppea".
È costituita da un nucleo centrale più antico, risalente al I sec. a.C., disposto lungo l’asse nord-sud (che si sviluppa intorno all’atrio con decorazioni prevalentemente del II stile pompeiano) e due parti distinte orientate una a ovest, dove si trovavano i locali dei proprietari, l’altra a est, dove si trovavano i locali della servitù e delle attività produttive collegate attraverso un lungo corridoio.
La parte est termina con una grande piscina, delimitata a nord da un grande giardino (viridarium), a sud da un giardino più piccolo circondato da un portico con un colonnato (peristilium). In questa zona dominano le decorazioni in IV stile.
In origine si accedeva alla villa da un atrio tuscanico con impluvium (vasca di forma rettangolare posta al centro del pavimento che raccoglieva l’acqua piovana) l’atrio conserva un pavimento bianco a mosaico ed è decorato sulle pareti con affreschi del II stile che riproducono un colonnato ai lati di due portali sui quali sono raffigurate vittorie alate. Tra le colonne sono dipinti scudi e medaglioni in alto, e strumenti di culto in basso. Sia a destra che a sinistra dell’atrio si aprono ambienti riccamente decorati con maschere, nature morte e con la tecnica del trompe l’oeil a simulare porticati, scorci di giardino etc.
Sono soprattutto i principi architettonici, applicati tanto nella composizione dei volumi edilizi, quanto nelle aree a verde, che rendono l’edificio uno dei più significativi del mondo romano a noi noto.
A cura di Giulia Grimaudo
Qui è possibile vedere il video Prezi realizzato da Gioacchino Chimenti e Alessio Scianna.
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